Dopo il drammatico aumento dei costi di trasporto delle merci e dei container via mare protagonista di questi ultimi due anni, nel settore delle spedizioni internazionali si è affacciata una novità.

In questo momento, spedire un container dalla Cina all’Europa costa circa 7.000 dollari.

I fornitori di dati sul trasporto marittimo hanno riscontrato una riduzione dei prezzi della metà rispetto all’autunno/inverno del 2021, e del 30% negli ultimi due mesi, per le merci provenienti dall’Asia.

La S&P Global Market Intelligence ha inoltre previsto che il Baltic Dry Index, un indice, appunto, dei prezzi delle spedizioni delle principali materie prime via mare, dovrebbe scendere dal 20% al 30% circa per anno prima di riprendersi nel 2024.

Si può ricondurre il calo dei noli a diverse cause. Almeno una di queste è positiva: la catena di approvvigionamento globale è meno congestionata e ci sono meno disguidi e ritardi rispetto al picco pandemico.

Tuttavia, altre situazioni contemporanee offrono un’altra prospettiva meno rosea su questo apparente segnale di ripresa.

Sempre la S&P Global Market Intelligence ha analizzato i dati a disposizione e concluso che le tariffe di trasporto sono diminuite perché i volumi del commercio globale sono in una fase di stagnazione.

Lo stesso è stato evidenziato dalla World Trade Organization.

Il rallentamento della domanda di container e navi cargo è la diretta conseguenza dell’indebolimento della domanda di beni e materie prime da parte dei consumatori, che vedono ridursi le loro possibilità dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita.

Parte della problematica si può anche attribuire a una situazione internazionale tutt’altro che serena, basti pensare al permanere delle ostilità della Russia verso l’Ucraina oppure alla strategia zero-COVID in Cina.

Perciò la riduzione delle tariffe di spedizione via mare potrebbe essere il segnale d’allarme che una recessione globale si sta preparando all’orizzonte.

In questo clima di incertezza, le aziende che abitualmente importano prodotti dall’Asia o in particolare dalla Cina possono comunque trarre un vantaggio dal dimezzamento dei costi rispetto all’anno passato e da una situazione più gestibile dal punto di vista logistico.

La priorità deve essere tenersi costantemente aggiornati sulle novità relative ai prezzi, a possibili blocchi – com’è stato, ad esempio, il zero-COVID – e le soluzioni alternative per garantire che la supply chain continui a funzionare, e così la propria azienda.

Per fare questo non basta il fai-da-te ma occorre affidarsi a professionisti delle spedizioni internazionali. Spesso basta una consulenza per fare la scelta giusta ed evitare perdite commerciali di migliaia di euro.

 

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