Il faticoso recupero dei trasporti via nave cargo

 

Mentre con le navi deputate al trasporto di passeggeri si sta concretizzando una speranzosa ripresa, il segmento delle navi cargo continua a sperimentare varie difficoltà.

Le restrizioni imposte dalla Cina, il conflitto tra Russo-Ucraino, il rallentamento dell’economia, la crisi energetica e la pandemia da COVID-19 costituiscono insieme la tempesta perfetta, che non poteva lasciare indenne il settore dei trasporti marittimi mercantili, nonostante questo rappresenti normalmente il metodo di spedizione più comune.

Secondo un rapporto recente dell’EMSA, che ha impiegato principalmente i dati della Union Maritime Information and Exchange System, mentre nel primo trimestre del 2022 c’è stato un incremento degli scali portuali mondiali da parte di navi che battevano bandiera EU, durante quest’ultimo trimestre molti Paesi e molte tipologie di navi hanno invertito questo trend di recupero.

Ad aver ridotto il numero di scali portuali nella maniera più significativa sono state le navi mercantili, in particolare le navi portacontainer e le navi cargo frigorifere.

Il contesto da tenere presente è quello dell’aumento dei costi dei noli, a fronte della ridotta capacità di stiva delle navi, di una difficoltà nel reperire la quantità necessaria di container e della congestione di porti e magazzini.

Il Drewry Multipurpose Time Charter Index offre un quadro simile alla situazione descritta dal rapporto EMSA.

In generale prosegue la tendenza al calo dei noli iniziata nel primo trimestre: nel mese di giugno 2022 è stato registrato un declino dello 0,6%.

Il quadro è motivato, secondo la società di analisi, dal clima di incertezza globale, unito ai forti rincari iniziati nel 2021: gli analisti prevedono che le tariffe resteranno ancora superiori a quelle dell’anno passato per un certo periodo di tempo.

Drewry ha inoltre osservato che il calo dei noli coinvolge le unità heavy lift e il settore del trasporto container.

 

Il trasporto via nave cargo in Italia

 

L’Italia rientra nel gruppo di Paesi europei ancora fortemente influenzati da questa crisi.

A chiarire la situazione italiana dal punto di vista dei trasporti navali ha provveduto l’ultima indagine di Bankitalia.

Analizzando oltre 5000 spedizioni tipo e coinvolgendo 180 imprese italiane, l’indagine della Banca d’Italia mostra:

  • aumenti “di entità eccezionale” dei costi di trasporto dei container via nave, a causa dell’incremento della domanda di materie prime e beni intermedi;
  • una crescita, per tutto il 2021, dell’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate, valore che ha raggiunto rispettivamente il 3,3% e il 4,9%;
  • una riduzione della fetta dei vettori italiani al 14,4% (nel 2020 risultava al 15,7%).

Vediamo anche che, sebbene il rapporto dell’EMSA registri per il 2022 un aumento dei commerci tra Europa e Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni, l’indagine di Bankitalia punta il focus sugli aumenti al 180% dei costi nel segmento container per il flusso di esportazione verso il Nord America.

Se consideriamo invece i commerci con la Cina, i costi all’importazione risultano più che triplicati, ma in generale questo 2022 ha segnato una riduzione degli scambi anche tra la stessa Unione Europea e Cina, comparata sia con il 2021 che con il 2019.

Vista la situazione difficile che sta attraversando un settore altrimenti fiorente, per continuare a essere competitivi e mantenere il controllo sulle proprie spedizioni via nave cargo bisogna associarsi a dei partner professionisti, che possiedono il giusto bagaglio di esperienze e competenze per gestire imprevisti ed emergenze.

 

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