La Russia è stata spesso definita “l’autostrada dell’aviazione internazionale”.

Difatti si tratta dello Stato con la superficie più estesa del mondo, e il suo spazio aereo è stato sorvolato da migliaia di aerei cargo che sfruttavano la via più breve per raggiungere gli altri Paesi dell’Asia.

È stato così fino ai primi mesi del 2022, ma ora, con l’inizio del conflitto in Ucraina a metà febbraio, la situazione delle spedizioni aeree internazionali si è evoluta rapidamente e non in maniera rosea per l’economia.

 

Le nuove limitazioni applicate ai trasporti mediante aerei cargo

Con l’inizio delle ostilità russe, lo spazio aereo in Ucraina è diventato praticamente impossibile da attraversare per i voli che trasportano merci a causa della costante presenza di attività militari nei cieli della nazione.

Quasi nello stesso tempo, i Paesi occidentali hanno gradualmente iniziato a chiudere il proprio spazio aereo ai vettori russi o gestiti da compagnie russe.

Ad ogni modo, anche senza questo divieto gli aerei russi avrebbero difficoltà a proseguire con i loro voli, essendo stata vietata l’esportazione di materiali tecnologici dall’Unione Europea verso la Russia; tra i suddetti vi sono anche i pezzi necessari per la manutenzione degli aerei.

La scelta di limitare, con diverse strategie, la mobilità dei cargo russi ha sin da subito destabilizzato il settore della logistica, poiché gli aerei cargo che battono bandiera russa rappresentano da soli una buona capienza della stiva globale.

In aggiunta, alle sanzioni imposte dall’Unione Europea come deterrente al prosieguo della guerra, la Russia ha risposto chiudendo il suo spazio aereo a un gran numero di nazioni tra cui l’Italia.

 

Come sono cambiati i trasporti internazionali di merci per via aerea

Si può comprendere che la chiusura di uno spazio aereo così esteso e strategico abbia causato notevoli disagi al settore del trasporto merci.

Disagi che si sommano a quelli sperimentati dalle aziende di logistica a partire dallo scoppio della pandemia da coronavirus nel 2020.

Quali sono le conseguenze di questi divieti?

Una parte consistente di aerei cargo è ferma, per cui si è ridotto il “posto in stiva” globale per il trasporto delle merci.

Prendendo invece in considerazione gli aerei che possono partire, il fatto di non poter entrare nello spazio aereo russo significa, per le aziende che sono abituate a commerciare con la Federazione, avere grosse difficoltà a far entrare le proprie merci in Russia.

Inoltre, il fatto di non poter più sorvolare la Russia per spedire i prodotti europei nel Sud-Est Asiatico sta portando ad allungare le rotte di migliaia di chilometri, al punto che per alcune aziende il trasporto aereo delle merci non è più considerato economicamente redditizio.

Allungare i tempi di volo significa in pratica avere dei ritardi sulle consegne.

Non bisogna dimenticare gli aumenti del costo dei carburanti. Infatti, allungare la tratta significa aumentare le tonnellate di carburante utilizzate in ogni singolo volo, secondo i dati raccolti da Flight Radar 24.

Tutti questi fattori insieme producono una miscela composta dall’aumento dei noli aerei e l’aumento del costo delle merci per i consumatori finali.

 

Le possibili soluzioni per garantire i trasporti delle merci

In attesa che la situazione torni a stabilizzarsi, con la rimozione delle restrizioni applicate ai voli cargo, una possibile soluzione per gli aerei che trasportano merci può essere fare rotta verso sud-est ed attraversare lo spazio aereo dei Balcani e della Turchia, l’altra porta dell’Asia.

Ancora, una soluzione temporanea può essere quella di dirottare le merci su altri mezzi di trasporto, come il trasporto via mare condotto attraverso navi cargo; ma sempre tenendo conto che l’intero settore della logistica sta andando incontro ad un aumento dei costi e ad un rallentamento dei tempi in virtù della medesima crisi russo-ucraina.

 

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