Il problema della resa ex-works nelle spedizioni via camion extra UE

La tendenza delle aziende italiane che vendono all’estero, con particolare riferimento ai paesi fuori dall’Unione Europea come ad esempio Turchia, Russia o le zone dell’ex Unione Sovietica, è quella di commissionare al cliente anche il trasporto.

Gli esportatori optano per questa soluzione perché non sanno a chi rivolgersi o hanno il timore di non sapere come muoversi in certi paesi, lasciando in mano la questione ai loro clienti esteri.

Questo atteggiamento, che potrebbe sembrare tutelante, solleva l’esportatore da oneri, ma allo stesso tempo lascia esposta l’impresa a dei rischi.

 

Gli incoterms per la resa franco fabbrica

Le regole che normano le spedizioni (incoterms, aggiornati nel 2020) nel caso del “Franco Fabbrica” vengono così definite dal Comitato Italiano delle Camere di Commercio Internazionali:

“Franco Fabbrica significa che il venditore effettua la consegna mettendo la merce a disposizione del compratore nei propri locali o in altro luogo convenuto (stabilimento, fabbrica, magazzino, ecc). EXW comporta il livello minimo di obbligazioni per il venditore.”

In sintesi, l’unica responsabilità del venditore, scegliendo questo tipo di soluzione, resta la messa a disposizione della merce presso i propri magazzini e la relativa documentazione accompagnatoria per il trasportatore che si occuperà del ritiro.

Il compratore estero, a questo punto, si dovrà occupare di:

  • contattare un trasportatore organizzando il ritiro
  • gestire tutte le formalità doganali di esportazione
  • sottoscrivere un contratto di trasporto

 

Esenzione IVA per le esportazioni extra UE

L’articolo 8 (comma 1, lett. b) del D.P.R. n. 633/72 disciplina la non imponibilità delle cessioni all’esportazione.

Pertanto, seppure sia totalmente prevista e lecita l’esenzione IVA per le merci cedute all’estero, il tutto deve essere regolarmente registrato e verificabile.

Inoltre, come cita la nota n. 70662 dell’Agenzia delle Dogane ricorre per il venditore  l’obbligo di comprovare l’uscita delle merci da territorio europeo entro i 90 giorni dalla data di consegna delle merci.

 

Qual è il rischio con le rese ex works?

La situazione capestro, che tante aziende rischiano, è quella di sottovalutare o dare per scontati tutti gli adempimenti fiscali a cui l’azienda italiana deve sottostare, lasciate in mano ad un vettore sconosciuto, incaricato dal destinatario estero.

Non sono rare ai nostri occhi vicende in cui vi siano state sanzioni da parte degli Organismi competenti di controllo (Agenzia delle Entrate) per la mancata chiusura di un’esportazione.

La fatturazione senza IVA per vendite e spedizioni fuori dall’Europa è giusta prassi, ma le dogane italiane devono verificare che effettivamente la merce sia stata ceduta all’estero.

È importante tenere traccia ed avere la certezza che siano state eseguite dal trasportatore le formalità doganali di esportazione della merce.

Una volta che la merce esce effettivamente dall’UE è necessario il cosiddetto “visto uscire” (che oggi è telematico).

Quando un esportatore italiano vende la merce in ex-works e il cliente finale sceglie un vettore terzo estero, il rischio può essere elevato.

Non si può essere certi, infatti, che l’operazione sia corretta anche in chiusura e pertanto risulti dimostrabile l’effettiva vendita al di fuori del campo IVA per eventuali controlli che l’Agenzia delle Entrate si riserva di compiere anche ex post, negli anni a seguire.

  • Se ti affidi alla resa franco fabbrica, sei sicuro di riuscire ad avere il pieno controllo della dichiarazione di esportazione e dell’avvenuta operazione doganale presso un altro paese dell’Unione con il quale magari non è attiva la verifica telematica?
  • Oltre alla prova dell’avvenuta esportazione, sei certo che essa sia avvenuta entro i termini dei 90 giorni dalla consegna della merce?
  • Anche sei in possesso della bolla doganale export, sei sicuro che l’esportazione sia stata regolarmente chiusa in uscita dall’UE?

Potresti essere costretto a versare l’imposta che non ti spetterebbe e ad essere soggetto a sanzioni pecuniarie, anche importanti.

 

Affidare le spedizioni extra UE via camion ad un vettore italiano competente è un vantaggio

Affidare ad un’azienda italiana come Adriatic Air Cargo le tue esportazioni significa far gestire il trasporto via camion verso mete estere extra UE a professionisti esperti che hanno a cuore la tutela dell’esportatore italiano, garantendoti la corretta chiusura delle operazioni.

Utilizziamo tutti gli accorgimenti per tutelare l’esportatore italiano, selezionando con cura i nostri trasportatori partner, in organico ad aziende affidabili e riconosciute sul mercato.

Affidiamo gli incarichi solamente a chi è in possesso di tutti i permessi internazionali e interministeriali necessari per oltrepassare i confini e di mezzi via terra (camion) con tracciamento GPS della posizione del mezzo.

Inoltre, abbiamo la possibilità di affidare esportazioni anche a trasportatori doganali abilitati a trasportare merci alto valore senza versamento di fideiussioni ai border.

Ci occupiamo della completa gestione dell’operazione di esportazione, facendo da tramite per semplificarti la vita.

  • Effettuiamo un’attenta verifica dei documenti prima della spedizione
  • Contattiamo preventivamente il ricevitore per concordare giorno e orario di arrivo del mezzo oltre che per verificare le sue esigenze
  • Forniamo consulenza sulla completa gestione documentale per evitare problemi come soste in dogana, extra free-time e sanzioni

Se devi esportare via camion in Turchia, Russia, nei paesi dell’ex URSS ti possiamo essere d’aiuto.

Rischiare non ne vale la pena.